Il pane di Sardegna
Unico davvero il profumo che si sprigiona invitante nei panifici, quasi un richiamo irresistibile!
IL PANE, alimento essenziale ricco di sacralità e tradizione millenaria in SARDEGNA, rappresenta spesso delle vere e proprie opere d’arte, dalle svariate forme e consistenze tipiche conosciute ed apprezzate anche oltremare. Ai tempi dei nostri nonni, il pane si faceva in casa, impastando a mano la farina di grano duro, dando delle forme diverse decorandolo sapientemente con forbicine o coltellini, fino a metterlo nel forno a legna preparato per raggiungere le temperature giuste per la cottura.
Dalle spighe dorate maturate nei campi, la mietitura fatta a mano, il viaggio al mulino per la preparazione della farina, era una festa gioiosa, annunciata dai suoni delle trebbiatrici, a cui in tanti partecipavano. La Sardegna a lungo è stata un punto di riferimento importante nella produzione di cereali, le donne erano le uniche a lavorare le farine, impastarle con dedizione creando l’alimento più atteso sulle tavole. Il pane veniva preparato per il consumo quotidiano, e ogni occasione particolare aveva il suo pane, il pane di Natale, di Pasqua, del matrimonio, e persino quello del funerale. Poi col passare del tempo la produzione del grano e’ diminuita, contestualmente la produzione industriale ha preso piede, soprattutto per soddisfare i tenori di vita e il fabbisogno cresciuto col progresso.
In Gallura così come in tutta la Sardegna la tradizione del pane nasce grazie alla passione di persone semplici, amanti delle cose buone, della convivialità, dei sapori che uniscono le famiglie. Ascolto con interesse e curiosità il racconto di signor Giuseppe, panettiere fin da ragazzo e tutt’ora attento protagonista nel suo panificio di Tempio Pausania.
Ho iniziato la mia avventura nel 1977 a 35 anni seguendo le orme di mio zio, che aveva un panificio a Sassari. Non è stato facile perchè a Tempio erano già presenti diversi panifici, ma piano piano, con la passione e l’amore per questo lavoro, siamo riusciti a creare qualcosa di buono. Prima, si lavorava abbastanza bene, il lavoro c’era per tutti, non mancava, usavamo dei forni a nafta in muratura che tenevano meglio la cottura rispetto a quelli attuali. Le farine erano forti, facevamo tutto a mano prendendo il grano dalle zone di Ploaghe e Bonorva. Ma col tempo le farine hanno perso di forza, e il pane non lievitava più bene, per cui dai primi anni ’90 sono stati introdotti degli agenti lievitanti per favorire il processo e avere dei tempi giusti.
Agli inizi producevamo 3/4 tipi di pane, usando solo farina di grano tenero e farina di grano duro; ora produciamo pane con 40/50 forme diverse e farine varie, integrale, con semi di lino, multi cereali e farine prescritte dai nutrizionisti. I prodotti che usiamo per arricchire le farine e aiutare la lievitazione sono naturali, ma preferivo la lavorazione di un tempo, tutto era più genuino e soprattutto si lavorava a mano non con i macchinari. I tempi erano migliori e la gente sicuramente più onesta!!
Ora ad 80 anni vivo sempre il mio panificio, respiro il profumo del pane, dei dolci tipici che produciamo e collaboro con mio figlio, a cui ho tramandato la passione e l’amore per questo lavoro cercando sempre di migliorare ma soprattutto crediamo nelle vecchie ricette per ottenere il vero sapore del PANE !!!