Non è strano, è inverno, e finalmente è arrivata la neve. Erano strane le temperature che ci hanno accompagnato fino a Natale, gli alberi in fiore come a primavera, le serate tiepide da lasciare a casa i cappotti, gli aperitivi all’aperto per le vie di Tempio. E’ giovedì sera, viene diramata un allerta per previsioni meteo avverse con possibili nevicate a basse quote, per la gioia di tutti gli studenti di ogni ordine e grado le scuole saranno chiuse ed ecco che si può andare a dormire tranquilli aspettando un weekend alternativo.
Silenziosa e discreta alle prime luci del giorno si lascia ammirare da grandi e piccoli, la sua candida veste di cristalli ricopre ogni cosa e ogni desiderio da bambino si tramuta in una voglia smisurata di indossare gli scarponi e andare fuori ad accarezzarla. E allora mentre i camini accesi scoppiettano , si organizzano le escursioni* verso il monte Limbara, il panorama è bellissimo, e chissà quanta neve ci sarà lassù. Per tutto il fine settimana file di macchine si snodano da Curadoreddu, su per i tornanti che portano a Vallicciola; tutto attorno è un bellissimo quadro innevato, alberi appesantiti da un manto elegante, distese intatte di un soffice tappetto bianco per un look esclusivo immortalato da mille curiosi anche un po incoscienti disposti fino a bloccare il traffico pur di fare un pupazzo di neve e far esplodere la fantasia lanciandosi morbide palle rinfrescanti.
La sensazione di sprofondare dentro la morbida coltre bianca lascia meravigliati tutti indistintamente senza età, e nella parte alta, sulle cime più elevate battute dal vento gli accumuli arrivano fino a 60 cm. Certo in città non si può parlare di nevicate importanti, gli anziani ricordano la grande nevicata del 56*’ giunta a noi dai loro racconti come un evento memorabile e al tempo stesso preoccupante. In quel lontano Febbraio 1956 con temperature di -7 gradi Tempio fu investita da una tormenta spinta da un forte vento, che portò tanta neve da non riuscire ad aprire le porte, il corso e le vie furono sepolte,dai cornicioni pendevano i ghiaccioli. Iniziarono a scarseggiare i viveri e la legna , ovviamente non si stava bene come ora con i supermercati e il riscaldamento, e tutti rimasero costretti a casa senza potersi recare al lavoro. La Gallura fù salvata dall’isolamento dal treno che collegava Tempio a Sassari e Monti, che seppure con tante difficoltà e nonostante la lentezza, potè garantire l’arrivo in città dei beni di prima necessità e i pacchi postali.
E’ stato un evento indimenticabile, ma anche oggi, nonostante tutto la neve stupisce e meraviglia!
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