Promuoviamo il nostro territorio – Arzachena e San Pantaleo
Dalla passione comune per le bellezze della nostra Gallura, nasce il Progetto “Promuoviamo il nostro territorio”.
2° ESCURSIONE 3 DICEMBRE
Apriamo dicembre con la seconda escursione del progetto “PROMUOVIAMO IL NOSTRO TERRITORIO”, alla scoperta di un nuovo itinerario con i fuoristrada, un gruppo complessivo di 20 persone e il debutto della piccola mascotte Raffaele e i suoi splendidi sorrisi.
ARZACHENA E SAN PANTALEO
Decisamente fresca l’aria di questa domenica di Dicembre!
Ore 9 del mattino tutti insieme con sette fuoristrada siamo pronti alla partenza per la seconda puntata gallurese. Lasciamo Limbara Dreaming, passando dal bivio di Nuchis proseguiamo su sterrato in direzione Le Grazie di Calangianus fino alla cantoniera N°13 della vecchia linea ferroviaria Tempio/Monti.
La strada sterrata si interrompe e dalla statale percorriamo pochi km fino a raggiungere passando da Località Valentino, il parco di San Elena. Un ampio piazzale circondato da lecci secolari ospita la chiesa di San Elena, madre di San Costantino Magno, considerato santo solo in Sardegna e da alcune chiese ortodosse per la sua opera di diffusione del Cristianesimo. Edificata tra la fine dell’800 e i primi del ‘900, costruita in granito ha le pareti interne intonacate di bianco, il tetto con travi in castagno, il pavimento in cotto; sopra l’altare ospita le statue di San Elena, San Costantino e San Antonio Abate. Il campanile a vela conserva ancora l’ antica campana che in occasione della prima domenica di maggio suona a festa per le celebrazioni in onore di San Elena, e il 20 Agosto per San Costantino o San Santino. Non lontano all’interno del bosco si trova i resti di una chiesetta rupestre in quanto addossata ad un enorme grotta tafonata che pare risalire al periodo medievale. Molto interessante e curioso, accanto al rudere, si trova “LU PULTEDDU”, una sorta di finestra che secondo la tradizione gallurese allontana i dolori per tre anni, se attraversata tre volte recitando “luna d’oriente fammi passà lu dulori di mazza, di capu e di denti”.
Dopo la visita alla chiesa e al bosco circostante, fino alla fontana di Ghjnnagghju, ci concediamo la deliziosa pausa caffè dei maestrali e raggiugiamo poco distante l’agriturismo Zabè. Una fantastica location immersa nel verde animato dalle numerose caprette in una caratteristica struttura, dove i gentili proprietari ci invitano davanti a uno splendido camino col fuoco acceso ad assaggiare la degustazione dei propri salumi e formaggi, STREPITOSI!
Si riparte verso la tappa successiva a due passi dalla Costa Smeralda che ci vede in giro per le vie, ora deserte di San Pantaleo un piccolo centro nato per volontà di pastori e agricoltori alla fine dell’800 intorno alla piccola chiesa campestre dell’omonimo santo ,oggi roccaforte dell’artigianato vanta esclusive creazioni in gres e abili maestri fabbri nella lavorazione del ferro battuto. Noto per il mercatino estivo per le vie del centro storico e le tradizionali attività artigianali tra cui le botteghe degli intarsiatori del legno e artisti della ceramica. Sulla piazza di fronte alla chiesa principale, ci fermiamo per una veloce e conviviale pausa pranzo, con un raggio di sole che non basta a ignorare la temperatura piuttosto rigida e presto ci incamminiamo verso i fuoristrada per raggiungere la meta archeologica programmata.
Ci troviamo in regione Capichera, nel comune di Arzachena, dove la guida ci attende per la visita al maestoso sito nuragico “La Prisgiona“. Il primo impatto è affascinante, il nuraghe posto su una sommità a dominare il territorio rivela l’importanza del ruolo che l’insediamento aveva nella zona; databile tra il XIII e l’VIII secolo a.c. il nuraghe di tipo a tholos (a falsa volta) è costituito da una torre centrale (il mastio), con camera interna coperta a falsa cupola alta 7 mt e due torri laterali, protetto da un bastione all’esterno del quale si trova un ampio cortile con un pozzo ancora attivo che garantiva l’approvvigionamento idrico, dove sono stati ritrovati frammenti ceramici. L’ingresso alla torre principale dal grande architrave di 3,20 m di lunghezza mostra un vano a chiusura angolare con una nicchia a destra e una scala a sinistra che porta su una camera ad ogiva con tre nicchie messe a croce. La capanna “delle riunioni” conta 12 posti a sedere e in essa è stato ritrovato un vaso inusuale per decorazioni e forma probabilmente destinato a contenere una particolare bevanda, forse un decotto o un distillato, utilizzata durante riti religiosi o di magia.
Durante gli scavi sono stati ritrovati frammenti di fornelli, brocchette nuragiche, ciotole e tegami. Attorno al nuraghe distribuito su 5 ettari si distingue il villaggio con circa 90 capanne dove sono state rinvenute tracce di attività artigianali come cottura del pane produzione di ceramiche,e nonostante gran parte del villaggio sia ancora sepolto i ritrovamenti in luce fanno pensare alla presenza abitativa di una comunità organizzata che aveva rapporti di scambi con altri popoli del Mediterraneo.
E dopo questo tuffo nel passato, nelle meraviglie della nostra misteriosa terra , ci rimettiamo in strada ma non senza sorprese! Il Pajero di Mario si ferma per un problema alla frizione rallentando la carovana, ma con calma e pazienza riesce a raggiungere la destinazione di soccorso. E tutti insieme si fa ritorno a Limbara dreaming, per salutarci dopo un the caldo e darci appuntamento per la tappa successiva di Gennaio.
Grazie a tutti !!!