Terza escursione 21 Gennaio
Dalla passione comune per le bellezze della nostra Gallura, nasce il Progetto “Promuoviamo il nostro territorio”.
Il nuovo anno inizia con la terza escursione del progetto “PROMUOVIAMO IL NOSTRO TERRITORIO” verso un ricco itinerario tra sterrati e bellezze naturali con un gruppo di 20 partecipanti pronti ad esplorare il percorso gallurese proposto.
LUOGOSANTO
Ore 8.30 del mattino, puntualissimi lasciamo LIMBARA DREAMING per dirigerci sul Monte Limbara, prima tappa di questa domenica passando per la strada sterrata Li mulini. Dopo aver parcheggiato i fuoristrada sulla piazzola antistante alla “funtana di li frati”, imbocchiamo sulla sinistra il sentiero in un bosco di lecci, troviamo un fiumiciattolo, fino ad arrivare con una camminata di 10 minuti a “La conca di la prisgiona”. Un imponente cavità granitica, chiusa con pietre a secco, che secondo la tradizione era destinata in passato dai banditi per nascondere i loro ostaggi, ma di certo sappiamo che veniva utilizzata dai pastori come rifugio e ricovero per le greggi durante il periodo della transumanza, usanza ormai perduta che consisteva nel trasferimento a cadenza stagionale di mandrie di bestiame. Visitando la grotta ci spingiamo verso la parte più esterna ad ammirare il bellissimo panorama su Tempio e le montagne di Aggius, per poi rientrare alle auto e trovare la tanto gradita pausa caffè e the preparati da Fabio per tutto il gruppo. A pausa ultimata la carovana dei fuoristrada riparte verso la meta, passando per altri sterrati da Santa Lucia, Lu Ligatu, Zighina, Mezzaustu, La Noci fino alla strada asfaltata in località Padulo, per raggiungere passando dal cantiere forestale la parte alta di Luogosanto con la prima tappa sul territorio.
Siamo al centro della Gallura in un territorio ricco di alberi secolari e tanta storia, un paese di duemila abitanti circa, conosciuto e frequentato per le numerose chiese e meta di pellegrinaggio in occasione della festa dell’8 settembre in onore della Madonna patrona della Gallura, e giorno in cui si apre ogni sette anni la porta santa della basilica minore.
Arriviamo con le macchine al piazzale che introduce con una passerella all’eremo di San Trano e San Nicolò. Siamo circondati da un atmosfera che induce alla preghiera, e pian piano tutti visitiamo curiosamente l’interno della chiesetta.
Posto sulla cima di un altopiano granitico l’eremo di San Trano e San Nicolò domina la vallata con una visuale che và da Luogosanto fino alle coste della Corsica; il santuario rupestre costruito in granito ha forma rettangolare, una campanella posta vicino alla porticina, pareti interne intonacate, tetto in legno e canne. Potrebbe sembrare uno stazzo gallurese se non fosse per la croce posizionata sul tetto, al suo interno in un ambiente molto umile, accoglie una grotta con un altare, la stessa dove trovavano riparo i due santi. Il racconto tradizionale vuole che a due frati francescani in pellegrinaggio in Palestina apparve in sogno la Madonna la quale indicò loro dove trovare i corpi dei due santi anacoreti e di costruire tre chiese. Una in onore della beata vergine, una in onore di San Trano e una in onore di San Nicola, quest’ultima demolita nel 1912 per ampliare una piazza del paese. I due frati al ritorno dalla terra santa si recarono in agro di Luogosanto, allora chiamato Capo soprano,e aiutati dall’allora re del giudicato di Gallura ritrovarono i resti dei due santi sotto un imponente grotta, riconosciute le reliquie edificarono la chiesettta. Dei due santi vissuti intorno al IV o V secolo si sà che scelsero di dedicare la loro vita alla preghiera e alla penitenza, vivendo di stenti tra le rocce e i boschi di Luogosanto, e alcune fonti rivelano che San Trano era martire e San Nicolò confessore.
Lasciamo il suggestivo Eremo per raggiungere con i fuoristrada la seconda tappa, il castello di Balajana. Giunti sull’ area di sosta, vista la bella e invitante giornata prendiamo posto sui tavoli e panche per il pranzo al sacco immersi nella natura per poi visitare l’edificio.
Posto sul monte San Leonardo a 300 mt slm può essere datato intorno all’XI secolo come risulta dal registro patrimoniale noto come il “condaghe di Bonarcado” dove nel 1146 si riunirono i quattro giudici sardi per risolvere la disputa sulla proprietà del castello, tra il re Costantinio di Gallura e il suo predecessore Comita Spanu. E’ raggiungibile a piedi tramite una successione di circa 480 gradini irregolari l’edificio costruito da maestranze pisane con blocchi squadrati di granito, doveva avere due piani, è suddiviso in tre ambienti e nel primo si trova ancora una vasca in granito utilizzata per l’approvigionamento idrico. Vista la sua posizione strategica, il castello controllava la strada per il porto di Capo Testa e tutta la valle del fiume Liscia. Era utilizzato come fortezza e come dimora dell’allora giudice di Gallura che nel medioevo era divisa in 8 dipartimenti chiamati curatorie tra cui Balaiana, nome usato ancora ai giorni nostri ma evidentemente storpiato dall’antico Balariana, in riferimento al popolo dei Balari che vi abitarono. Esistono varie leggende sul castello una di queste racconta che vi si aggira attorno il fantasma di Don Ubaldo, appartenente ad una nobile famiglia locale perseguitata dal Re Alfonso d’Aragona. Quest’ultimo col suo esercito nel 1442 lo fece radere quasi completamente al suolo insieme al vicino Castello di Baldu, qui Ubaldo trovò rifugio in una cavità posta dietro l’altare della chiesa di Santo Stefano mentre la sua famiglia e la sua guarnigione furono sterminate. Un altra leggenda vuole che nel castello di Balaiana, Dante Alighieri sia stato ospite del giudice di Gallura Ugolino Visconti, “il Nin gentile”, citato dal sommo poeta nel canto ottavo del Purgatorio. A poche decine di metri si trova la chiesa di San Leonardo, ipotetica cappellla del castello,caratterizzata da una finestra cruciforme sulla facciata, raro esempio di archittetura romanica in Gallura, simile alle chiese della vicina Corsica il chè suggerisce l’ipotesi che la medesima squadra di costruttori si spostasse nei vari cantieri delle due isole. La statua del santo fù trafugata nel XIX secolo dagli abitanti di LURAS, e non fù mai restituita. Riscendiamo dopo aver ammirato dall’alto il limpido panorama sui vigneti di fronte, illuminati da un tiepido sole ci dirigiamo verso la nostra successiva sosta passando per località Lu Mocu verso lo Stazzo Tassari.
Solimano e Rossella ci accolgono calorosamente con i loro compari nel loro accogliente stazzo, dove tutto profuma di genuinità e passione. Hanno imbandito per noi un grande tavolo con l’intento di accompagnare dei gustosi salumi al loro prodotto artigianale, nato dall’amore per le tradizioni agricole locali. Ed è subito un’assaggio eccezionale! Direttamente dal fusto, bionda, fresca, profumata L’AGLIOLA, la birra che prende il nome dalla trebbiatura così chiamata in Gallura, è una gioia per tutti!
“Circa cinque anni fà Solimano insieme ad un gruppo di amici con i quali condivide la passione per le tradizioni agricole e la speranza di non perderle, avvia la restaurazione di una trebbiatrice in legno del 1927 di proprietà della famiglia Pirredda ridando vita cosi alla tradizione per la trebbiatura. Nello stazzo di famiglia chiamato Tassari, iniziano la coltivazione delle materie prime, supportati nel loro lavoro dalla grande esperienza di coloro che hanno vissuto quegli anni in prima persona, e danno vita a un progetto del tutto nuovo e personale diverso dal passato. Un progetto che rende omaggio alle fasi chiave del processo agricolo, quindi trebbiatura,mietitura, aratura che diventano “agliola”, “missera”, “laurera” alle quali fanno fede le tre tipologie di birra legate ai diversi periodi in cui si svolgonio, e i diversi prodotti distintivi del territorio, bionda, bianca e ambrata. Con lo stesso amore con cui in passato in casa si produceva il pane, la birra di Solimano, spinto anche dal desiderio di una svolta lavorativa, diventa un inno alla terra generosa per chi ama apprezzarne i frutti, proiettati in futuro sulla possibilità di ospitare in questo posto meraviglioso chi desidera vivere e condividere la nostra stessa passione.”
COMPLIMENTI E GRAZIE SOLIMANO E ROSSELLA
Vi aspettiamo il 25 Febbraio per la 4° Escursione, per prenotazioni potete contattarci ai seguenti n° Anna Lisa 380 4345808 – Stefano 340 5217598