Il museo della Femina Agabbadora
Poggiato su territorio granitico tipico della Gallura a 508 metri di altitudine LURAS, ospita il museo etnografico più importante del nord SARDEGNA, famoso per il Martello della femina agabbadora, ritrovato in un vecchio stazzo lurese.
Situato all’interno di una tipica casa gallurese del 700 con facciata in granito sulla via principale del paese, è una fedele ricostruzione degli ambienti tipici del posto, dalla fine del 1600 alla prima metà del 1900, e fa rivivere al visitatore il suggestivo passato della civiltà’ contadina. L’edificio è disposto su tre piani, e racchiude oltre 7000 reperti accuratamente selezionati documentati dalle testimonianze sulle tradizioni locali, e sapientemente illustrati dalle guide e dalla passione del direttore del museo. Il piano terra e il cortiletto attiguo raccontano i lavori della campagna, gli attrezzi agricoli, per la pastorizia e la vinificazione.
Al primo piano sono conservati gli strumenti di vita quotidiana usati da uomini e donne galluresi, nella sala da pranzo perfettamente ricostruita impreziosita dalla cassapanca, da una piattaia pensile, una credenza, dove si rivive l’atmosfera tipica dell’ambiente domestico gallurese, come nella cucina con il tradizionale tavolo per la panificazione simbolo di convivialità.
Al secondo piano sono esposti i macchinari antichi per la lavorazione della lana e tessuti storici, una zona che illustra la lavorazione del sughero, tipica attività produttiva della zona, con una fedeltà ricostruttiva davvero impeccabile, il tutto supportato da audio visioni per la visione di filmati e notizie bibliografiche.
Il visitatore viene immancabilmente proiettato in una realtà lontana, nelle scene di vita quotidiana di famiglie di agricoltori e artigiani di un epoca tanto remota quanto affascinante, rivivendo grazie alla cura dei particolari ogni momento descritto, quasi a sentire animati gli oggetti di fronte a se.
Ma il reperto più interessante e conosciuto e’il martello de” SA FEMINA AGABBADORA”, un personaggio tra realtà e leggenda, al quale veniva affidato il compito di togliere la vita.
Una donna che come suggerisce il nome derivante dallo spagnolo “acabar” o “finire” alleviava le sofferenze dei malati verso la morte con il colpo del martello in questione, o per soffocamento con un cuscino. Il macabro strumento e’ un ramo di olivastro lungo 40 cm, largo 20, con un manico che permette una sicura impugnatura, unico esemplare riconosciuto al mondo per la pratica dell’ eutanasia.